Labirinti by Franck Thilliez

Labirinti by Franck Thilliez

autore:Franck Thilliez [Thilliez, Franck]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-04-26T13:26:49+00:00


30

Senones non era un buon libro. Alcuni elementi, nella trama, non collimavano. Julie aveva subito capito che Traskman si era messo da solo in un intreccio troppo contorto. Se la prima metà in qualche modo reggeva, la seconda perdeva pezzi riga dopo riga. Troppi morti, violenza gratuita, serie di eventi, per arrivare a un finale inverosimile che lasciava una sensazione di amara delusione nel momento in cui si chiudeva il libro.

«Io non c’entro niente con tutto questo!», aveva esclamato al muro, alla fine della lettura. «Avevo tutto il diritto di non venire via con te! Ma cosa vuoi da me, davvero? Co­sa vuoi...?».

Lui non le parlava mai, eccetto per ordinarle di non muoversi quando entrava nel suo spazio. Le brevi apparizioni che faceva si esaurivano nei pochi minuti in cui attaccava o recuperava quei maledetti labirinti, armato di una pistola a siringa ipodermica che le teneva puntata addosso. Ormai prendeva un sacco di precauzioni, al limite della paranoia. Una volta Julie aveva osato contraddire gli ordini alzandosi dal letto. Aveva fatto due passi verso di lui. Aveva alzato le mani.

«Vai, spara. Spara su una ragazza indifesa».

E lui aveva premuto il grilletto, freddamente, con il viso perfettamente inespressivo. Julie aveva visto l’ago affondarle nel petto. Al risveglio, si era accorta con orrore che le aveva rasato i capelli, i suoi bei capelli biondi. Le aveva rubato tutto ciò che le restava della sua vita di prima.

Le soluzioni ai rompicapo sempre più complessi che le propinava l’aguzzino miglioravano le condizioni della prigionia; i fallimenti, invece, comportavano una regressione. A volte Julie non trovava l’uscita o sbagliava il tracciato. In quei casi, Traskman le portava via oggetti di conforto come il sapone, lo shampoo, le coperte. Il solo modo per lei di riaverli era superare le prove a cui veniva sottoposta con una regolarità da metronomo. Lui non voleva una “mezza-prigioniera”. La spingeva in trincea e lei accettava il combattimento. La rabbia la manteneva viva. Nonostante l’estrema prudenza, forse Traskman alla fine avrebbe commesso un errore. Magari sarebbe inciampato nella lavagna e avrebbe fatto cadere la pistola. O avrebbe dimenticato di chiudere la porta con quel maledetto telecomando. E lei sarebbe stata pronta. Pronta a scappare da quell’inferno.

Nell’attesa, “vinse” tra le altre cose una scopa e una paletta, poi uno straccio, una spugna e un prodotto per le pulizie. Le ricompense migliori fino a quel momento. Tutte le mattine, in ginocchio, puliva fino all’angolo più nascosto della sua prigione. Prima della cena, puliva con il detergente il linoleum fino a farlo brillare e profumare di pulito. Passava molto tempo a eliminare ogni goccia d’acqua nel lavandino. Tutto doveva essere impeccabile. Era diventata un’ossessione.

Julie faceva attenzione a non disturbare il ragno sotto il letto, vivo e vegeto. Invece non voleva più vedere la foto di Noémie, la poveretta scuoiata, ma evitò di buttarla via, nel caso un giorno fosse potuta servire alla polizia. L’aveva quindi infilata tra il materasso e la testata del letto con gli articoli sulla sua scomparsa. A volte di notte immaginava i genitori di Noémie.



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